Precipita dal palazzo durante una perquisizione: il Viminale “responsabile civile” nel caso Omerovic
Il Viminale è stato citato come responsabile civile nel caso di Hasib Omerovic, il ragazzo disabile di 36 anni che è precipitato dalla finestra di casa sua durante una perquisizione nel luglio del 2022. Il processo sulla vicenda vede imputati tre poliziotti accusati di tortura e falso. Un quarto ha optato per il patteggiamento. Secondo quanto anticipato in aula, due degli imputati, accusati di falso, hanno annunciato he chiederanno il rito abbreviato.
Nel corso della perquisizione degli agenti il ragazzo disabile è precipitato dalla finestra della casa in cui abitava con i suoi familiari a Primavalle, nel quadrante nord ovest della capitale, restando gravemente ferito.
Il Viminale citato come "responsabile civile"
Nel corso del processo, il gup di Rom ha deciso di citare il Viminale come responsabile civile: dovrà rispondere del comportamento adottato dai poliziotti che hanno fatto irruzione nell'appartamento per una perquisizione conclusa con il volo dal palazzo di Omerovic.
Dopo quella di oggi, la prossima udienza è attesa per febbraio. Nel frattempo uno dei quattro poliziotti coinvolti nel caso ha già patteggiato ed è stato condannato a 11 mesi di carcere. Resta in bilico il destino degli altri tre.
Cosa è successo nella casa di Primavalle nel luglio del 2022
I fatti, come anticipati, risalgono al 22 luglio 2022. Hasib Omerovic, ragazzo sordomuto di 36 anni, si trovava in casa insieme alla sorella minore, quando hanno suonato al campanello i poliziotti. Una volta aperta la porta, secondo le ricostruzioni, avrebbero fatto irruzione in casa. Uno in particolare si sarebbe scagliato contro Omerovic, torturandolo. Per sfuggire alla furia del poliziotto, si è gettato dalla finestra precipitando sull'asfalto del cortile che circonda la casa. Unica testimone la sorella, riconosciuta invalide civile totale. Hasib è rimasto in coma per mesi, con importanti ferite.
Le indagini sul caso Omerovic
Nel frattempo, però, le indagini sono proseguite. È stata raccolta la testimonianza della sorella di Hasib e le prove, quelle rimaste, all'interno dell'appartamento. A questi elementi si è aggiunto anche il racconto di un altro poliziotto che ha dichiarato di essere stato costretto a firmare una relazione falsa e, una volta risvegliatosi dal coma, anche da quello dello stesso Hasib.
Un agente in particolare, Andrea Pellegrini, si sarebbe scagliato contro il trentaseienne. Lo avrebbe preso a schiaffi, minacciato con un coltello da cucina. Lo avrebbe costretto a sedersi su una sedia legandogli i polsi con il filo elettrico del ventilatore, continuando a minacciarlo con un coltello.